Storie

Case di legno e luce

Un’architettura in grado di dialogare con l’ambiente circostante, capace di rievocare la tradizione ma anche di offrire soluzioni innovative. Anche quando la strada inizia a salire e i versanti si fanno più impervi. È il progetto di quattro nuove abitazioni ideato dall’architetto Mattia Canepa a Fusnengo. Siamo in Valle Leventina, nel Comune di Faido, nella frazione di Chiggiogna.

 

Affacciandosi fuori dalla finestra si è invasi dalla visione verde della suggestiva conca, alzando lo sguardo si possono ammirare i profili del Pizzo Pettine, del Pizzo Molare e del Pizzo Forno, che paiono invitare a imboccare un vicino sentiero per scoprire un itinerario nella natura. Con un contesto simile, la sfida di un architetto è riuscire a creare edifici che ne siano all’altezza. Come fare? Lo abbiamo chiesto al progettista.

Architetto Canepa, dove sarà realizzato il progetto?
“Le quattro abitazioni saranno edificate in una zona tranquilla e soleggiata, posta quasi al termine di una via senza uscita che si immette in campagna”.

 

Guardando il render del progetto la prima cosa che colpisce è l’originalità delle forme, la scelta dei rivestimenti.
“Ho cercato di interpretare le forme naturali delle montagne, di riprodurre le pendenze, gli speroni di roccia che formano il suggestivo cerchio di montagne attorno. Inoltre mi sono ispirato all’architettura vernacolare del luogo, a quegli edifici che erano stati costruiti in passato per attività legate all’economia rurale montana”.

 

Una scelta solo estetica? 
“No. Non è stata solo una scelta estetica, in questo modo ho potuto pensare a spazi di maggiore qualità giocando con le altezze, creando particolari relazioni visive tra i diversi ambienti”.

 

Cosa significa in termini di vantaggi concreti?
“Normalmente per abitazioni analoghe, unifamiliari da 5.5 locali, si realizzano due piani abitabili poco relazionati tra di loro. La scelta a Fusnengo è stata invece quella di lavorare su tre piani, per contenere l’occupazione al suolo e mantenere la “scala” del contesto, lasciando un’apertura sopra la zona living del piano terra, dalla quale si percepisce l’intera struttura dell’abitazione. Ciò comunica non solo un’idea di uno spazio ampio a disposizione, ma consente anche un’illuminazione diffusa, che proviene sia dalle vetrate a piano terra, sia dalle aperture ai piani superiori”.

 

Il piano terra com’è organizzato? 
“Vi è un ampio open space che unisce la zona cucina-pranzo con il soggiorno. Il tutto è reso particolarmente luminoso dalle ampie vetrate che danno sulla la zona esterna. La particolarità consiste nell’assenza del soffitto nella parte sovrastante il soggiorno. Ciò consente di apprezzare le inclinazioni dei tetti, immaginati come speroni di roccia, e di porsi in dialogo con i livelli superiori. Vi è poi uno spazio auto coperto con locale tecnico/deposito, un servizio per gli ospiti e una cantina nel sottoscala”.

 

Il primo e il secondo piano come sono strutturati?
“Al primo piano vi è un’apertura sulla zona soggiorno, così dalla zona studio si può vedere l’area soggiorno sottostante. È un luogo ideale per lavorare, vi è una grande scrivania che riceve luce sia dalle aperture soprastanti sia dal piano terreno. Vi sono poi tre camere e un bagno. Al terzo piano è invece presente la camera padronale con bagno e una suggestiva apertura che crea un incantato quadro sul fondovalle. La terza camera può diventare uno studio chiuso visto l’aumento del telelavoro dovuto alla pandemia e strategie di lavoro future delle aziende”. 

Il legno è un elemento particolarmente caratterizzante dell’abitazione?
“Sì. Dalla struttura portante ai parquet, ai rivestimenti esterni, sino alle finiture dei serramenti, il legno dona un particolare calore e una sensazione di naturalità a tutti gli ambienti. La scelta di rivestire gli edifici con listelli di legno verticali è dettata dalla volontà architettonica di “denunciare” l’utilizzo di questo materiale e di integrare il progetto nel paesaggio naturale. Il legno è un materiale “vivo” capace di modificare il suo aspetto attraverso gli anni fino a fondendosi completamente con il contesto boschivo, è qualcosa di emozionante!” 

 

Rientra in un’idea di progettazione ecosostenibile?
“Senz’altro. Abbiamo previsto un sistema di riscaldamento performante come una termopompa e una serie di accorgimenti che aumentano l’efficienza energetica della casa. Inoltre, la costruzione in legno permette, grazie alla proprietà igroscopica del materiale, un controllo naturale dell’umidità dell’ambiente che contribuisce a fornire una  sensazione di benessere durante tutto l’anno. Quando si sale di quota ottimizzare il consumo energetico serve all’ambiente e anche al bilancio familiare”. 

 

All’esterno cosa si trova?
“L’esterno è caratterizzato da un fronte strada nel quale è stato ricavato un secondo posto auto con una tettoia in calcestruzzo che crea un movimento sulla facciata della casa, tutta rivestita con legno. Ogni abitazione possiede poi un’area esterna a verde accessibile dal soggiorno, l’altra vetrata della zona giorno dà invece accesso a un pergolato con pavimentazione in lastre di cemento che può trasformarsi, per esempio, in zona salotto, relax o giochi”.

 

A chi sono adatte queste abitazioni?
“Può essere una soluzione per giovani del luogo che vogliono mettere su famiglia e continuare a vivere nel proprio territorio ma scegliendo soluzioni architettoniche di valore. Una di queste case costa più o meno come unità abitative di analoghe dimensioni ma offre delle soluzioni architettoniche più suggestive. Inoltre, con la pandemia si sta osservando sempre più al fenomeno di famiglie che preferiscono vivere maggiormente a contatto con la natura, in ambienti meno affollati e stressanti di quelli cittadini. Nel caso di Fusnengo, la vicinanza con l’autostrada consente comunque di essere a Bellinzona in mezzora e a Faido sono comunque presenti diversi servizi amministrativi, commerciali e sportivi. Può essere una soluzione per chi vuole cercare un nuovo luogo dove vivere in serenità e tranquillità”.

 

Quando saranno edificate le abitazioni?
“Il promotore è Galli Immobiliare (immogal.ch) e puntiamo a una consegna delle abitazioni nel corso del 2022”.

#ambiente
#sostenibilità
#vivibilità

 

Se dovessimo scrivere le parole chiave dell’architettura ticinese per il futuro sarebbero queste.

Spiega l’architetto Mattia Canepa: “L’architettura deve andare incontro a quelle che sono le esigenze climatiche, progettare con una minore dispersione energetica, pensando all’efficienza dei materiali, al riutilizzo, al costo dell’energia grigia, a un bilancio sostenibile”.

 

L’architettura dovrebbe tornare a guardare il territorio. 

“Quando si progetta occorre pensare anche a quelli che possono apparire come spazi sprecati ma che servono per la vita collettiva”. 

Per Canepa occorre rimettere al centro il binomio uomo e natura.

“Abbiamo una responsabilità verso il committente ma anche verso la comunità e il paesaggio. Sta a noi architetti sensibilizzare i clienti, spiegare con un percorso culturale il perché di certe scelte”.

 

Mattia Canepa
Anno di nascita: 1990
Professione: Architetto

Dopo la formazione in Architettura alla SUPSI, ha conseguito il Master in Scienze dell’Architettura all’USI - Accademia di Architettura e ha aperto il suo studio a Mezzovico-Vira. Sin da bambino ha la passione per l’hockey su ghiaccio, sport che pratica nei GDT Bellinzona.

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